Dolori del rachide

La diagnosi del mal di schiena parte sempre dalla valutazione clinica tradizionale, che nel caso di protrusione ed ernia richiede risonanza magnetica o tac.

L’osteopata, nel suo approccio olistico, analizza anche il movimento del paziente e la sua possibile alterazione, con una valutazione globale (anche di altri apparati, oltre a quello muscolo-scheletrico) e posturale.

I dolori alla colonna vertebrale sono un disturbo abbastanza frequente.  La curva lombare è fortemente adattativa grazie alla notevole capacità di movimento. La sua funzione è proprio quella di compensare la rigidità di 3 volumi tra i quali è interposta: bacino, torace e cranio. Formata da 33 vertebre, la colonna vertebrale sostiene tutto il corpo. Alle vertebre sono collegati legamenti e muscoli che ci permettono di effettuare tutti i movimenti e di assumere le più articolate posture.

La colonna vertebrale si divide in: cervicale (sette vertebre), dorsale (dodici vertebre), lombare (cinque vertebre), sacrale (cinque vertebre) e coccige. Al suo interno, ossia nel “canale vertebrale”, scorre il midollo spinale. Le vertebre sono separate l’una dall’altra da dischi intervertebrali, veri e propri cuscinetti che evitano l’attrito di queste ossa tra loro e ammortizzano i movimenti assorbendo gli shock meccanici che colpiscono la colonna vertebrale. Il disco intervertebrale è costituito da un nucleo polposo (formato per il 90% da acqua) e da un anello fibroso esterno che lo contiene.

L’obiettivo della diagnosi osteopatica è quello di stabilire con successo le diverse cause (tra cui impianti di risalita) che inducono allo sviluppo e alla manutenzione del dolore nel paziente.

Le cause più comuni che possono sviluppare il mal di schiena dal punto di vista osteopatico:

  • blocco della mobilità vertebrale e blocco del bacino (sacro-iliaco, sinfisi pubica);
  • irritazione di un nervo (sciatica, femorale);
  • disfunzione articolare dell’anca, ginocchio, caviglia/piede;
  • disfunzioni delle curve vertebrali (iperlordosi e ipercifosi, atteggiamento scoliotico o verticalizzazione della colonna);
  • disfunzione viscerale (spasmi del colon sigmoideo, fissazione del rene, congestione pelvica);
  • aderenze cicatriziali (taglio cesareo, appendicectomia);
  • stile di vita del paziente (lavoro, postura, alimentazione, stress…).

 

L’osteopata deciderà quale sarà miglior percorso terapeutico per ogni paziente, basandosi sull’osservazione e diagnosi osteopatica; non sottovalutando comunque, ove necessario, il ricorso a più approfondite valutazioni tipo RMN, TAC, dietro analisi e indicazione del Medico (Medici di base, Neurologi, Ortopedici etc).

Il trattamento osteopatico è spesso il più efficace intervento per correggere questo genere di problema. La maggior parte delle persone pensa che il dolore alla schiena sia il risultato di un trauma.

In realtà, ci sono molte malattie che si manifestano con i sintomi del mal di schiena o problemi pelvici:

  • dolori addominali;
  • stati di ansia;
  • artrite;
  • spondilosi cervicale o lombare;
  • problemi dermatologici;
  • patologie renali;
  • condizioni reumatiche;

 

Gli osteopati sono esperti nel diagnosticare problemi che possono richiedere ulteriori accertamenti, facendo sempre riferimento al Medico Curante. In questo caso, il trattamento osteopatico è comunque utile per diminuire il dolore o lo stress che queste patologie comportano, includendo tecniche manuali di manipolazione e mobilizzazione articolare, muscolare e dei tessuti molli. L’osteopata agisce sulle disfunzioni della colonna vertebrale dando sollievo anche a chi soffre di protrusioni o ernie del disco.

È suo compito, non solo quello di somministrare il trattamento, ma anche quello di dare consigli su come mantenere i risultati ottenuti, tramite, ad esempio, degli esercizi domiciliari o delle indicazioni posturali da adottare quotidianamente.