29 Apr Mandibola a scatto: osteopatia e ortodonzia

Mandibola a scatto? L’osteopata può collaborare con il medico dentista nella risoluzione di varie problematiche occlusali attraverso la valutazione del rapporto mandibola – mascellare,
queste due ossa possono essere influenzate dal tipo di cranio del paziente e da disfunzioni cranio-sacrali della sinfisi sfenobasilare (flessione, estensione, torsione, side-bending rotation, strain veticale o laterale) la bocca e la mandibola non sono parti separate dal resto del corpo ed i cambiamenti in queste zone influenzeranno il corpo stesso e viceversa.
Oltre alle tecniche sui muscoli e legamenti dell’articolazione temporomandibolare e alle tecniche di riallineamento del tratto cervicale che può influenzare e non di poco l’occlusione, particolarmente rilevante per la professione odontoiatrica è l’ approccio cranio-sacrale.
La valutazione del meccanismo respiratorio primario (MRP), il motore che anima il sistema cranio sacrale, rappresenta un feed back molto sensibile per valutare l’impatto sul cranio e sul resto del corpo delle malocclusioni.
Qualsiasi intervento che comporti modifiche occlusali (apparecchi ortodontici, protesi, estrazioni) comporta un adeguamento posturale. L’intervento dell’osteopata può facilitare questo adattamento o può correggere i fastidi correlati. L’osteopatia è particolarmente utile nei casi di trattamento ortodontico, di ricostruzione dell’occlusione, o per trattare problemi a carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).
Il lavoro dell’osteopata ottimizza e accelera il trattamento ortodontico (a condizione che questi vada nella direzione della fisiologia posturale) ed è necessario ricordare, che fin a quando vi è una reale malocclusione, le correzioni osteopatiche, da sole, non possono durare a lungo ed i problemi (schiena, muscoli, articolazioni, tendini) ritornano, quindi una stretta collaborazione tra dentista e osteopata è fondamentale per superare determinate problematiche.